Aria pesante nel dopopartita per il Cittadella, che di fronte al proprio pubblico è riuscito, nell'ultima mezz'ora di partita con la Paganese, a passare dal 3-0 al 3-3.
Dagli spogliatoi è difficile trovare la forza per venire a spiegare un simile verdetto. Il portiere Andrea Pierobon si carica questa croce addosso ed entra in sala stampa anche a nome della squadra: «C'è molta amarezza in tutti noi per un risultato precipitato nel finale dell'incontro. La delusione è tanta; non ci resta che riconoscere le nostre colpe perchè quando si pareggia in questo modo è peggio di avere perso la partita. È una mazzata psicologica senza paragoni. Abbiamo sbagliato noi. Sul 3-0 abbiamo smesso di giocare e abbiamo rimesso in corsa la Paganese proprio quando il risultato era netto a nostro favore. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Io per primo, in quanto calco i campi da gioco da più tempo rispetto ai miei compagni, mi assumo le mie responsabilità e mi faccio portavoce della squadra».
Analizzando le tre reti incassate, il portiere del Cittadella spiega: «C'è stata una leggera deviazione della nostra barriera in occasione del primo gol degli ospiti. Avremmo dovuto reagire per concretizzare un'altra rete, invece abbiamo sbagliato atteggiamento, pensando comunque di avere già vinto la partita. Il secondo gol della Paganese è arrivato su un calcio di rigore regalato dall'arbitro. Posso dire che Turato ha cercato di evitare l'avversario, ma Scarpa gli è andato addosso ingannando il direttore di gara. Il 3-2 ha ridato entusiasmo alla Paganese, che ha creduto più di noi alla possibilità di un risultato favorevole. La rete del pareggio è partita da una punizione calciata dal solito Scarpa. La palla sembrava alta, invece si è abbassata alla fine della traiettoria. Pensavo che qualche nostro difensore intervenisse e invece il più svelto è stato De Giosa, che è arrivato alla deviazione vincente. Mi assumo di persona la responsabilità di questo terzo gol, considerando che quando la difesa non è tempestiva sono io a doverne rispondere. Mercoledì è alle porte, ci attende il recupero a Terni per cercare un riscatto, ma prima dobbiamo smaltire in fretta questa bruttissima doccia fredda».
Il direttore generale Stefano Marchetti è nero: «Sono deluso e soprattutto arrabbiato. Bastava gestire il risultato di 3-0, che aveva un ampio margine. La squadra fino a quel momento aveva dimostrato una grande forza offensiva e una buona solidità in difesa. Stavamo meritando per intero quel risultato e bastava continuare con lo stesso atteggiamento con il quale eravamo scesi in campo. Invece la squadra ha pensato di avere già vinto la partita ed è riuscita a compromettere tutto. Bisogna riflettere su queste cose. Domani (oggi per chi legge, ndr) riprenderemo la preparazione per la trasferta di mercoledì a Terni, ma prima ci parleremo su questa disfatta che è costata due punti in classifica. Se vogliamo andare lontano non possono essere ammesse queste amnesie con questi cali di tensione».
All'uscita dallo spogliatoio riusciamo a "catturare" Davide Carteri, che dapprima tenta un dribbling per conservare il silenzio, ma poi si concede, nonostante non sia facile trovare le parole: «Sicuramente il pari non è merito della Paganese, ma demerito nostro. Il calcio è anche questo, e quando perdi la concentrazione trovi subito l'avversario che ti punisce. Non si può farsi raggiungere nell'ultima mezz'ora sul risultato di 3-0. Chiaramente il Cittadella, magari a livello inconscio, ha tirato i remi in barca credendo di avere la vittoria già in tasca. La Paganese non ha fatto nessun gol su azione manovrata, ma tutte e tre le reti sono nate da calci piazzati. È evidente che su questi episodi l'avversario aveva un grado di determinazione nettamente superiore. Sono episodi che ci condannano e hanno inciso sul risultato finale, anche se mi dicono che il rigore è stato un regalo alla squadra avversaria».
Rino Piotto
lunedì 10 dicembre 2007
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