giovedì 12 luglio 2007

Macalli e la Coppa Italia di Serie C



Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Non siamo stati mai teneri con il presidente della Lega di Firenze, Mario Macalli. Tutt’altro. E però bisogna dargli atto che, in questa fase del suo mandato, si sta dimostrando alquanto propositivo.

La cronaca registra, infatti, numerose e pungenti prese di posizione. Quelle che, in un passato anche recente, non si erano mai neppure intraviste da parte del nostro. Sono stati posti alcuni importanti paletti di cui, nelle scorse stagioni, si era davvero sentita la carenza.

L’ultima iniziativa del Consiglio Direttivo di Lega è stata quella di approvare i cosiddetti “premi economici” da erogare alle società di Serie C che otterranno, nella fase finale della Coppa Italia, la qualificazione agli ottavi e ai turni successivi.

Nonché quelli destinati alle società classificate al primo e secondo posto. In particolare, la formazione vincente otterrà un contributo di 40mila euro. L’antagonista nella finalissima, e seconda classificata, avrà 20mila euro. Meglio di niente, aggiungiamo noi, in tempi di vacche magre per i bilanci delle società calcistiche italiane.

Si tratta certamente di un buon inizio. Di un incentivo, modesto che sia, per affrontare questo torneo con un livello di attenzione che non si limiti alla sola fase iniziale. Vale a dire quella che si gioca nel precampionato. E che viene vissuta, e giocata, dai club di C come momento topico della preparazione ai tornei in prossimità dei nastri di partenza.

A fronte di questa meritoria iniziativa, si registra però un’imperdonabile sconfitta macalliana. Vale a dire quella rappresentata dalla decisione della Lega Nazionale Professionisti di non ammettere squadre di C alla Tim Cup.

Argomento che è stato già oggetto di un'aspra e doverosa critica (http://www.calciopress.net/news/119/ARTICLE/2361/2007-05-14.html). Una decisione che ha sottratto, alla categoria, introiti assolutamente importanti per casse societarie sempre esangui. Si pensi a Martina-Juventus della scorsa stagione. Una gara che significò, per la squadra pugliese, la possibilità di partecipare a un campionato di C1 dato ormai per perso.

In materia, manca a Macalli la fantasia che gli ha fatto difetto da sempre per cercare (e trovare) utili risorse per i club della categoria che dirige. La Coppa Italia di Serie C avrebbe bisogno, dunque, di una scossa vera per essere rilanciata.

Il premio non dovrebbe limitarsi a una mera prebenda economica, magari di valenza un pò superiore a quella appena ratificata. Chi vince la Coppa dovrebbe aspettarsi un premio davvero eclatante. E in grado di indurre i club a dare in campo il massimo.

Di cosa si parla? Qualcuno ha proposto di promuovere direttamente in B la vincente del trofeo, come accade nei dilettanti. Forse sarebbe un pò esagerato. E dunque? Perché non assicurarle, quanto meno, la partecipazione ai play off nel campionato di competenza. A prescindere dalla posizione finale e a scapito della squadra quinta classificata. Questo si, ovvero altri ma collocati sulla stessa linea, che sarebbe un incentivo deflagrante.

Qualcuno vuole farlo arrivare all’orecchio di Macalli? Senza scatti di fantasia, caro ragioniere, la serie C non arriverà da nessuna parte.

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