
ETTORE ROMANO Pagani. Due minuti allo scadere del tempo di recupero, due minuti alla fine per coronare il sogno, due minuti al termine di una partita strana: vinta anche se dominata dalla solida Reggiana. Due minuti, tutti avanti, anche il portiere Petrocco e pure il giovanissimo esterno destro Pasquale Izzo, mandato in campo ad inizio ripresa per portare velocità ed imprevedibilità alla manovra. È un po’ il simbolo, Pasquale Izzo, di una incredibile, inaspettata e per questo straordinaria cavalcata verso la serie C1, che mancava a Pagani dal lontano 1983: era in D l'esterno di Pozzuoli nella passata stagione, era a Lavello, era quasi sconosciuto al professionismo. Come lui, tanti altri: nessun nome altisonante dopo la promozione in C2 targata Giacomarro, poche conferme (i granitici difensori centrali Esposito e De Sanzo) ed una rivoluzione accolta con scetticismo da molti. Izzo, Rega, Vicedomini, Gambi e poi ancora Scarpa, Fummo, Corallo, calciatori alla ricerca di riscatto. Vittoria all'esordio e poi doppia sconfitta contro Castelnuovo e Carrarese: primi mugugni, prime critiche, prime difficoltà per la panchina del tecnico Pino Palumbo. Poi l'intervento autoritario del presidente Trapani e le sue parole di fiducia all'allenatore di Venosa: la Paganese si risveglia, pareggia a Prato ed infila tre vittorie consecutive (Foligno, Cuoiopelli e Reggiana) che lanciano per la prima volta gli azzurrostellati nell'olimpo delle grandi. Viaggia a ritmi vertiginosi la Paganese, ma di tanto in tanto avverte cali impressionanti che le impediscono di puntare al salto diretto di categoria: il ko nel derby di Giugliano rinnova i malumori così come il tonfo casalingo contro il Rovigo e quello del Flaminio con la Cisco Roma. La svolta stagionale arriva il 3 dicembre del 2006 quando Fummo e Serrapica stendono al tappeto l'allora capolista Spal e lanciano un messaggio di forza alla concorrenza per la promozione in C1. La Paganese imprevedibile del girone d'andata diventa meno spettacolare, ma più concreta e consapevole delle proprie forze in quello di ritorno: vince otto volte al Torre (soltanto il Sansovino strappa un pari), guadagna i play-off e con autorità vince la concorrenza della più quotata Spal. Poi la finale, le sofferenze dell'andata e le paure del ritorno. Fino a quei due minuti finali, fino al tocco risolutore di Izzo, fino ad una promozione scritta dal destino.
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